Buona serata a tutti!
Eccoci qui per il secondo incontro della settimana con gli “Approfondimenti Tecnici” di VinoDegustando, la nostra rubrica che vi guida alla scoperta dei segreti della vinificazione e dell’universo del vino.
In questa puntata, accendiamo i riflettori su un componente spesso discusso e poco compreso: cosa sono i solfiti e a che cosa servono.
I solfiti nel vino sono composti chimici, principalmente
l’anidride solforosa, utilizzati nella vinificazione per preservare il vino e
mantenerne la qualità nel tempo. I vini con solfiti possono avere una migliore
conservabilità, grazie alle loro proprietà antiossidanti e antimicrobiche.
Tuttavia, i solfiti naturali si generano già spontaneamente durante la
fermentazione, quindi anche i vini “senza solfiti aggiunti” ne contengono
comunque una minima parte.
L’aggiunta di solfiti è più comune nei vini bianchi e
rosati, che sono più sensibili all’ossidazione, mentre i vini rossi, ricchi di
tannini, ne richiedono meno. Negli ultimi anni, i consumatori più attenti alla
salute e all’ambiente hanno mostrato maggiore interesse per i vini biologici a
basso contenuto di solfiti, prodotti con pratiche enologiche più naturali e
controllate. In effetti, molti produttori italiani offrono vini biologici senza
solfiti aggiunti o con bassissime quantità, proprio per andare incontro a chi
cerca un vino più “pulito”.
Ma è vero che i solfiti fanno male? In genere no. La maggior
parte delle persone li tollera bene, ma chi è particolarmente sensibile — come
gli asmatici — può avvertire disturbi come mal di testa, congestione nasale o
difficoltà respiratorie. Va anche detto che il mal di testa post-vino può
essere causato da altri fattori, come la disidratazione, le istamine presenti nel vino o
il consumo eccessivo di alcol.
Dal punto di vista normativo, l’etichetta “contiene solfiti” è obbligatoria se la concentrazione supera i 10 mg per litro. Esistono anche indicazioni più specifiche su certi vini, come “vino naturale” o “vino biodinamico”, spesso associati a una vinificazione senza solfiti aggiunti, ma non sempre privi del tutto.
I limiti di solfiti nei vini, variano dalla tipologia del
vino stesso, in sintesi sono:
·
Vini rossi tradizionali: 150 mg/litro.
·
Vini bianchi e rosati tradizionali: 200 mg/litro,
elevabile a 250 mg/litro in caso di elevato residuo zuccherino.
·
Vini rossi biologici: 100 mg/litro.
·
Vini bianchi biologici: 150 mg/litro.
Questi limiti si riferiscono alla quantità totale di anidride solforosa presente nel vino al momento dell'immissione del prodotto sul mercato.
Buone degustazioni a tutti!
D.B.
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