sabato 8 gennaio 2022

Barbera d'Asti D.O.C.G. Superiore "La Pajassa" 2019

Il
Barbera
d’Asti
DOCG
superiore
viene
ottenuto
sia
da
un
vecchio
vigneto
impiantato
negli
anni
‘50,
sia
da
un
vigneto
più
recente.
Per
l’altitudine
e
la
tardività
fenologica
di
questa
varietà,
si
rende
necessario
un
diradamento
particolarmente
intenso
che
permette
di
ottenere
ogni
anno
il
meglio
dalla
produzione.
Le
uve
vengono
raccolte
e
immediatamente
pigiate
e
avviate
alla
fermenta
zione.
Dopo
una
lunga
macerazione
si
procede
alla
svinatura
e
alla
sfecciatura
del
vino
che
verrà
affinato
in
parte
in
acciaio
e
in
parte
in
barriques
per
almeno
un
anno.

Buonasera e buon week a voi, affezionati lettori di VinoDegustando!

Come tutti saprete, senza nulla togliere alle altre zone vitivinicole Italiane, il Piemonte è,  dal punto di vista enologico, una delle Regioni più importanti e maggiormente conosciuta nel mondo, infatti ogni anno è meta di tantissimi enoturisti esteri; dopo le Langhe, con i suoi famosissimi Barolo e Barbaresco, la zona forse maggiormente conosciuta è l'Astigiano. In questa zona uno dei vitigni rossi più diffusi è sicuramente "la Barbera o il Barbera".

Questa sera degusteremo proprio una Barbera d'Asti D.O.C.G. Superiore: precisamente La Pajassa 2019 prodotto dall'Azienda Agricola Borgo Moncalvo di Loazzolo.

Barbera in purezza, le cui uve vengono raccolte manualmente da vigneti in parte vecchi di 50 anni e in parte più giovani, posti a  400 mt. s.l.m. ed esposti a Sud; appena raccolte vengono pigiate e avviate alla fermentazione. Dopo una lunga macerazione si procede alla svinatura e alla sfecciatura del vino che poi viene messo a maturare e affina per almeno 12 mesi in tonneaux da 500 e 600 lt. e poi in bottiglia per almeno altri 6-8 mesi.

Alla vista è color rubino carico, abbastanza inpenetrante.

Al naso è intenso, elegante, vinoso, con note fruttate di ciliegia e lampone, minerali di grafite, sentori di sottobosco tra cui terra e foglie bagnate, bacche di sambuco e ginepro, speziati di pepe nero e per chiudere tanta balsamicita' che insieme all'acidità gli dona infinita freschezza.

In bocca è freschissimo, sapido, glicerico, rotondo ma nello stesso tempo teso e verticale, corrispondente al naso, con un corpo abbastanza imponente, con tannini nobili e setosi; molto persistente, armonico, con un finale in cui fuoriescono soprattutto le spezie e la balsamicita'.

Gran bella Barbera, che tra qualche anno si apprezzera' ancora di più!

Complimenti a papà Pierluigi e ai figli Andrea e Luca Elegir!!!!!

Buone degustazioni a tutti!

D.B

sabato 1 gennaio 2022

Amarone della Valpolicella D.O.C. Classico 2003 - Allegrini

Buona serata e felice 2022 a tutti!

Il vino di cui vi parlerò oggi, è uno di quelli assaggiati durante queste festività: si tratta dell'Amarone della Valpolicella D.O.C. Classico 2003 dell'Azienda Allegrini, realtà vitivinicola tra le più note della Valpolicella.

Ottenuto da uve autoctone di questa zona, tra cui Corvina Veronese, Corvinone, Rondinella e Oseleta, provenienti da vigneti situati ad un'altitudine compresa tra i 180 e i 280 mt. s.l.m., impiantati in terreni per lo più calcarei, ricchi di scheletro e ben drenati, con sistema di allevamento a Pergola Trentina per i vecchi impianti con una densità di circa 3.000 ceppi/ha e Guyot semplice con una densità di circa 5.000 ceppi/ha per i nuovi. 
La vendemmia, effettuata con raccolta manuale e scelta di grappoli selezionati, si tiene nella terza settimana di settembre e il conseguente appassimento avviene in fruttaio con calo ponderale delle uve del 40-45%; la pigiatura, previa diraspatura delle uve, viene effettuata durante la prima quindicina di gennaio e la fermentazione si svolge in vasche di acciaio inox a temperatura controllata a 8-22°C 
per 25 giorni circa con rimontaggi giornalieri periodici. 
La maturazione è in barriques nuove per 18 mesi, massa per 7 mesi e affinamento in bottiglia per 14 mesi circa.

Alla vista è color rubino-granato con unghia granata;

al naso è intenso, elegante con un ampio bouquet in cui si percepiscono sentori di marasca sotto spirito, prugna disidratata, terra e foglie bagnate, pepe bianco, noce moscata, bacche di ginepro, cuoio, grafite e una buona dose di balsamicità, soprattutto eucalyptus.

In bocca è fresco, sapido, glicerico, coerente con quanto sentito al naso e leggermente "alcolico"; si percepisce però una certa "polverosità" che denota un inizio di decadimento strutturale e che determina, insieme alla percezione alcolica un po' eccessiva, poca armonia.
È comunque persistente, con un finale improntato sulla balsamicità, le spezie e le note terrose.

Al naso questa bottiglia la si poteva considerare eccezionale, purtroppo in bocca non si è confermata tale; ricordiamoci che il 2003 è stato un anno molto caldo e per di più questa bottiglia aveva un tappo "malconcio", infatti si è spezzato durante la stappatura. 
Peccato! 

Buone degustazioni a tutti!

D.B.