Un saluto affettuoso a tutti i fedelissimi di VinoDegustando!
Per il vino di questa settimana mi sono orientato verso una delle zone più bistrattate dell'Enologia Piemontese, infatti oggi vi porto nell'Alto Piemonte per raccontarvi il Ghemme DOCG “Vigna Locche” 2016 prodotto dall'Azienda Pietraforata: è un vino rosso pregiato di quest'area, prodotto con un raffinato blend di Nebbiolo (90%), Vespolina (9%) e Uva Rara (1%), vitigni autoctoni che esprimono al meglio il carattere del territorio.
Le uve provengono dal vigneto situato nel comune di Ghemme, in
località Locche, su terreno argillo-limoso a reazione acida, di origine
alluvionale, arricchito da un scheletro grossolano derivato dal super vulcano
della Valsesia; sistema di allevamento a spalliera con potatura Guyot, con una resa
media per ettaro di circa 50 quintali. La Vendemmia è manuale in cassette e
normalmente si svolge nella prima decade di ottobre, per garantire la selezione
dei grappoli migliori.
La vinificazione prevede la diraspatura a cui fanno
seguito una pigiatura soffice, la fermentazione alcolica e una post-macerazione
di 15-20 giorni sulle bucce, che arricchisce il vino di tannini nobili e colore
intenso. La fermentazione malolattica completa il processo, donando rotondità e
equilibrio.
In seguito il vino poi invecchia 5 anni in barriques e
tonneaux, e affina in bottiglia per 6 mesi prima della
commercializzazione.
Ma ora a lui:
Alla vista si presenta con un colore rosso granato, con riflessi aranciati sull’unghia,
segno di maturità e affinamento.
Al naso si apre con una complessità
aromatica di grande eleganza e ampiezza; le prime sensazioni sono
fruttate, con una marcata nota di marasca sotto spirito che introduce il
bouquet. Subito dopo emergono sfumature balsamiche, dove il cioccolato alla
menta e le bacche di sambuco donano freschezza e profondità; il profilo evolve poi verso sentori floreali, con richiami delicati al pot-pourri di fiori secchi e
al fior di sambuco, che aggiungono finezza e leggerezza. Le spezie, in particolare
il pepe nero, si fondono armoniosamente con le note terrose di sottobosco,
humus e foglie secche, evocando l’ambiente boschivo da cui trae ispirazione il
terroir. A chiudere, un accenno di cuoio conferisce al vino un tocco evoluto e
maturo, completando un quadro olfattivo ricco e coinvolgente.
In bocca, il vino è sapido e abbastanza persistente,
con un finale dominato da note speziate
e una percezione alcolica marcata. L’equilibrio tra freschezza e alcol risulta leggermente sbilanciato, con l’alcol che tende a sovrastare la componente
fresca. Nonostante l’ottima espressione olfattiva, il sorso risulta meno armonico
di quanto ci si aspetterebbe.
Si abbina a piatti di carne rossa alla
brace, brasati, stufato d’asino e ricette saporite della cucina tradizionale
italiana, capaci di bilanciare la sua potenza alcolica e valorizzarne
la struttura.
Buone degustazioni a tutti!
D.B.
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