sabato 27 dicembre 2025

Taurasi D.O.C.G. "Vigna Cinque Querce" 2008 - Salvatore Molettieri

Ben ritrovati su VinoDegustando!

Qui ogni bottiglia racconta una storia di territorio, tempo e passione, e dove ogni degustazione diventa un viaggio sensoriale capace di unire memoria, tecnica e identità. Il vino non è solo un prodotto, ma un racconto vivo che attraversa terroir, vigne, mani, stagioni e scelte consapevoli.

Oggi vi porto tra le vigne più alte e silenziose del Sud Italia, in un luogo dove l’Aglianico trova una delle sue espressioni più profonde e autorevoli. Siamo nel cuore dell’Irpinia, patria del Taurasi D.O.C.G., per ascoltare la voce intensa e stratificata di un vino che ha molto da dire: Vigna Cinque Querce 2008. Un rosso che non si limita a esprimere il vitigno, ma lo scolpisce nel tempo, tra legni nobili, altitudine, clima severo e una pazienza produttiva che oggi appare quasi eroica.

È un vino che parla di roccia, spezie, balsami e memoria. Un vino che non si racconta: si ascolta, si osserva, si attende. Ogni sorso è un frammento di territorio, un’eco di annate passate, un gesto di cura che diventa materia liquida.

Ottenuto da uve Aglianico in purezza, coltivate nella vigna che dà il nome al vino – Vigna Cinque Querce – situata a 500–550 metri s.l.m. con esposizione Sud-Est, questo rosso nasce su suoli argilloso‑calcarei, ricchi di minerali e capaci di donare struttura, tensione e longevità. L’impianto è a spalliera, con potatura Guyot e una densità di 2.500–3.000 ceppi per ettaro. Il vigneto ha un’età compresa tra 18 e 22 anni, con una resa media di 70 quintali di uva per ettaro, perfetta per garantire concentrazione e finezza.

La vendemmia manuale avviene in cassetta, tra l’inizio e la metà di novembre, quando l’Aglianico raggiunge la piena maturazione fenolica. La selezione è rigorosa, pensata per portare in cantina solo i grappoli migliori. La fermentazione alcolica si svolge in acciaio a temperatura controllata, così da preservare integrità aromatica e precisione. La maturazione prosegue per 48 mesi in barriques e botti grandi di rovere, un percorso lungo che permette al vino di distendersi, respirare e acquisire complessità. Infine, il vino affina in bottiglia per almeno 6 mesi prima della commercializzazione.

Ma ora a lui la parola.

Alla vista si presenta con un rosso granato vivo e luminoso, segno di una maturità importante ma ancora vitale, capace di raccontare il tempo senza cedere alla stanchezza.

Al naso è intenso, elegantissimo, quasi austero. Si apre con marasca sotto spirito, prugna disidratata, bacche di sambuco, poi arrivano spezie scure come pepe nero, noce moscata e chiodi di garofano. Emergono note di sottobosco, humus, cuoio, seguite da richiami minerali di grafite e da una sfumatura iniziale di goudron, tipica dei grandi rossi da lungo affinamento. Il tutto è avvolto da una balsamicità profonda, che dona respiro, ampiezza e un senso di verticalità aromatica.

In bocca è freschissimo, sapido, con un corpo imponente e tannini nobili, ancora in fase di integrazione ma già eleganti. La corrispondenza con il naso è impeccabile, con l’aggiunta di una nota netta di liquirizia nera. La persistenza è notevole, con un finale lungo sulle note balsamiche e minerali, che restano a lungo sul palato.

Nonostante i suoi 17 anni, questo Taurasi dimostra energia, struttura e un potenziale evolutivo ancora sorprendente. Ha bisogno di ulteriore affinamento e promette una vita lu
nga e affascinante.

Peccato fosse l’ultima bottiglia. Complimenti al produttore!

Buone degustazioni a tutti!

D.B.

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