sabato 15 novembre 2025

Fiera dei Vini 2025 - Piacenza Expo

Buongiorno a tutti gli appassionati di vino!

Piacenza Expo apre la Fiera dei Vini 2025

Dal 22 al 24 novembre, Piacenza Expo si trasformerà in una vera e propria capitale del gusto, ospitando la nuova edizione della Fiera dei Vini. L’evento registra una crescita significativa: +38% di espositori rispetto al 2024, con la presenza di 280 cantine provenienti da Italia, Austria, Francia, Georgia e Slovenia, e l’ingresso di nuovi protagonisti internazionali da Cile, Spagna e Ungheria.

Per tre giorni i visitatori avranno l’opportunità di:

  • degustare vini italiani e internazionali,
  • incontrare direttamente i produttori,
  • scoprire nuove etichette,
  • partecipare a un fitto calendario di degustazioni guidate e masterclass.

Tra i momenti clou, sabato 22 novembre alle ore 12.00 debutta la masterclass “Il vino e la terra: storie di cura, custodia ed equilibrio”, guidata da Luigi Fenoglio, direttore della Tenuta di Forci (Lucca). Insieme a sei vignaioli provenienti da Calabria, Emilia-Romagna, Marche, Piemonte, Sardegna e Toscana, accompagnerà i partecipanti in un viaggio emozionante tra vini biologici, naturali e biodinamici.

E non finisce qui: altre cinque masterclass arricchiranno il programma, offrendo un percorso di scoperta tra le diverse anime dell’enogastronomia europea.

La Fiera si distingue per l’attenzione a territorio, qualità e sostenibilità, valori che guidano l’intera manifestazione. L’obiettivo è raccontare il vino non solo come piacere del calice, ma anche come strumento di relazione e cultura, capace di unire produttori, operatori Horeca e appassionati.

Orari e accessibilità

  • Sabato 22 e domenica 23 novembre: dalle 11 alle 19.30
  • Lunedì 24 novembre: dalle 10 alle 16.30 Il format “a misura d’uomo” prevede parcheggi gratuiti e la possibilità di portare a casa i vini acquistati direttamente in fiera
Buone degustazioni a tutti!

D.B.




 

 

 

giovedì 13 novembre 2025

Rubrica "Approfondimenti Tecnici" di VinoDegustando: L’importanza del bicchiere nella percezione sensoriale del vino

Benvenuti su VinoDegustando!

Oggi vi accompagno in un viaggio affascinante tra vetro e sensi, per scoprire un protagonista spesso sottovalutato ma decisivo nella degustazione: il bicchiere. Sì, avete letto bene. Perché ogni calice racconta una storia, esalta un profumo, guida un sorso. S
cegliere quello giusto può trasformare un buon vino in un’esperienza memorabile. Preparate i sensi: stiamo per svelarvi perché il bicchiere è molto più di un semplice contenitore.

Quando si parla di vino, il bicchiere non è mai solo un contenitore. È un vero e proprio strumento sensoriale, capace di esaltare — o compromettere — l’esperienza di degustazione. Ma perché il bicchiere è così importante? E come può influenzare il nostro modo di percepire un vino?

La forma del bicchiere incide direttamente sulla percezione olfattiva. Un calice ampio e panciuto, come quello da Pinot Nero, permette una maggiore ossigenazione del vino e una concentrazione degli aromi verso il naso. Al contrario, un bicchiere stretto e slanciato, come quello da spumante, preserva la freschezza e la vivacità delle bollicine, ma limita l’esplorazione olfattiva, infatti anche nel caso di spumanti più complessi e strutturati, si utilizzano bicchieri più ampi, per esaltarne tutte le peculiarità.

Anche la forma del bordo e l’inclinazione del bicchiere sono importanti, infatti guidano il flusso del vino sulla lingua, influenzando la percezione di dolcezza, acidità e tannicità. Un bordo sottile e leggermente svasato favorisce una distribuzione armoniosa, mentre un bordo spesso o troppo stretto può alterare il bilanciamento gustativo.

La trasparenza e la qualità del vetro permettono a loro volta di apprezzare il colore, la limpidezza e la consistenza del vino. Un bicchiere perfettamente pulito e cristallino è fondamentale per valutare visivamente il vino, primo passo di ogni degustazione consapevole.

Studi scientifici hanno dimostrato che la forma del bicchiere può influenzare la percezione del gusto e persino il giudizio complessivo sul vino. Un vino servito in un bicchiere elegante e ben proporzionato viene spesso valutato più positivamente rispetto allo stesso vino servito in un bicchiere anonimo o inadeguato.

Quindi possiamo concludere dicendo che scegliere il bicchiere adatto non è un vezzo da sommelier, ma un gesto di rispetto nei riguardi del vino e di chi lo ha prodotto.

Buone degustazioni a tutti!

D.B.

 

martedì 11 novembre 2025

Rubrica "Approfondimenti Tecnici" di VinoDegustando: Sensoristica e viticoltura di precisione - droni, mappe NDVI, centraline meteo

Benritrovati su VinoDegustando!

Oggi vi accompagno in un viaggio tra filari e innovazione, dove la tecnologia incontra la tradizione vitivinicola. Scopriremo insieme come droni, mappe NDVI e centraline meteo stanno trasformando il modo di coltivare la vite. Pronti a esplorare il futuro del vino?

Nel cuore delle vigne italiane, tra filari baciati dal sole e colline che raccontano storie antiche, sta avvenendo una rivoluzione silenziosa ma potentissima: la viticoltura di precisione. Non si tratta solo di tecnologia, ma di un nuovo modo di ascoltare la terra, interpretare i segnali della natura e pro
durre vino con una consapevolezza mai vista prima.

Droni: gli occhi volanti del vigneto

I droni sono diventati alleati preziosi per i viticoltori. Volando sopra i campi, raccolgono immagini multispettrali che permettono di analizzare lo stato di salute delle piante, individuare stress idrici, malattie o carenze nutrizionali. In pochi minuti, un drone può mappare ettari di vigneto, offrendo una panoramica dettagliata e aggiornata.

Queste informazioni vengono poi tradotte in mappe NDVI (Normalized Difference Vegetation Index), che mostrano il vigore vegetativo delle piante con una scala cromatica intuitiva. Verde intenso? Vite in salute. Giallo o rosso? È tempo di intervenire.

Mappe NDVI: il termometro della vite

Le mappe NDVI sono il cuore pulsante della viticoltura di precisione. Grazie a esse, il viticoltore può:

  • Ottimizzare l’irrigazione, intervenendo solo dove serve
  • Pianificare trattamenti fitosanitari mirati
  • Monitorare l’evoluzione del vigneto nel tempo
  • Ridurre sprechi e costi, aumentando la sostenibilità

In pratica, ogni pianta riceve l’attenzione che merita, come in una vera e propria medicina personalizzata del vigneto.

Centraline meteo: il tempo sotto controllo

Le centraline meteorologiche di nuova generazione non si limitano a misurare temperatura e umidità. Raccolgono dati in tempo reale su vento, pioggia, radiazione solare e bagnatura fogliare, integrandoli con modelli previsionali per anticipare l’insorgenza di patologie come la peronospora o l’oidio.

Con queste informazioni, il viticoltore può:

  • Prevedere i momenti critici per la difesa fitosanitaria
  • Evitare trattamenti inutili
  • Pianificare la vendemmia con maggiore precisione

Un vino più consapevole

La viticoltura di precisione non è solo una questione di efficienza. È un atto d’amore verso la terra, un modo per rispettare l’ambiente e valorizzare ogni grappolo. I dati diventano alleati del gusto, e la tecnologia si mette al servizio della tradizione.

In un mondo che cambia, il vino resta fedele alle sue radici. Ma oggi, grazie alla sensoristica, può crescere con più intelligenza, più rispetto e più qualità.

Buone degustazioni del futuro a tutti!

D.B.

sabato 8 novembre 2025

FIVI 2025 Bologna Fiere - Mercato dei Vignaioli Indipendenti

Benvenuti amici del vino artigianale!

BolognaFiere, dal  15 al 17 novembre si trasforma nel cuore pulsante dell’artigianalità vitivinicola con il Mercato dei Vini FIVI 2025, arrivato alla sua 14° edizione.

Un brindisi a voi, appassionati di vino: qui inizia il vostro viaggio tra storie, sapori e territori!

La 14ª edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti, organizzata dalla FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti), torna a BolognaFiere dal 15 al 17 novembre 2025, confermandosi come uno degli appuntamenti più attesi per gli amanti del vino artigianale italiano.

Un evento per chi ama il vino vero

  • Oltre 1.000 vignaioli da tutta Italia presenteranno più di 8.000 etichette da degustare e acquistare.
  • Saranno presenti anche delegazioni europee della CEVI (Confederazione dei Vignerons Indépendants) e un gruppo di olivicoltori indipendenti della FIOI.
  • I produttori FIVI coltivano, vinificano e imbottigliano personalmente le proprie uve, garantendo tracciabilità e autenticità.

Masterclass e gastronomia

Il programma include quattro Masterclass esclusive, dedicate ai vitigni autoctoni e al passaggio generazionale nelle aziende familiari. Tra i protagonisti: Moscato di Canelli e Teroldego.

Inoltre, sarà allestita un’area gastronomica di alta qualità e un servizio di spedizione per facilitare gli acquisti.

Biglietti e accessibilità

  • I biglietti giornalieri sono disponibili online a 25 euro fino domenica
    9 novembre
    , poi a 30 euro.
  • Riduzioni previste per sommelier e operatori del settore.
  • BolognaFiere si conferma sede dell’evento fino al 2028, grazie a un accordo triennale con FIVI.

Premio “Vignaiolo come noi”

Il riconoscimento FIVI 2025 è stato assegnato allo scrittore Enrico Brizzi, autore di “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, per il suo impegno nel raccontare con passione il mondo artigianale.

Il Mercato dei Vini FIVI è molto più di una fiera: è una celebrazione del vino fatto con amore, rispetto per la terra e dedizione alla qualità.

Buone degustazioni a tutti!

D.B.

 

giovedì 6 novembre 2025

Rubrica "Approfondimenti Tecnici" di VinoDegustando: evoluzione aromatica nei vini bianchi da invecchiamento.

Cari appassionati del vino, sono felice di ritrovarvi in questa nuova puntata di Approfondimenti Tecnici, lo spazio di VinoDegustando dedicato a chi ama andare oltre il calice, esplorando la scienza, la tecnica e la passione che rendono ogni bottiglia un piccolo universo da scoprire.

Oggi ci immergeremo in un tema affascinante e spesso sottovalutato: l’evoluzione aromatica nei vini bianchi da invecchiamento. Un viaggio tra molecole odorose, trasformazioni lente e sorprendenti, e profumi che raccontano il tempo. Preparate i sensi, perché stiamo per scoprire come il vino bianco può diventare grande… col passare degli anni.

Pronti a degustare con l'immaginazione? Iniziamo!

L’evoluzione aromatica è il cambiamento del profilo olfattivo del vino nel corso del tempo. Nei vini bianchi da invecchiamento, questo processo porta alla trasformazione degli aromi primari (fruttati e floreali) in aromi secondari e terziari, più complessi e profondi. Durante l’affinamento in bottiglia, il vino sviluppa un bouquet evoluto e complesso.

  • Vitigno: Alcuni vitigni bianchi come Riesling, Timorasso, Chenin Blanc, Verdicchio e Trebbiano hanno una naturale predisposizione all’invecchiamento grazie alla loro spiccata acidità e struttura.
  • Presenza di glutatione: Questo antiossidante naturale protegge gli aromi durante l’invecchiamento, rallentando l’ossidazione.
  • Tecniche di vinificazione: La macerazione pellicolare, la fermentazione in legno e l’uso di lieviti selezionati influenzano la formazione di composti aromatici stabili nel tempo.
  • Condizioni di conservazione: Temperatura, luce e ossigeno sono variabili critiche. Una conservazione ottimale favorisce la longevità del vino e lo sviluppo armonico degli aromi.

Durante l’invecchiamento, i vini bianchi perdono gradatamente gli aromi freschi floreali e fruttati, per acquisire sentori terziari come:

  • Cera d’api 
  • Frutta secca
  • Miele e spezie dolci
  • Note minerali e salmastre
  • Note di idrocarburi

Questi aromi sono apprezzati dagli esperti e rappresentano la firma olfattiva dei vini bianchi strutturati da lungo affinamento.

Per apprezzare al meglio l’evoluzione aromatica nei vini bianchi da invecchiamento, è fondamentale:

  • Scegliere bottiglie da vitigni e terroir vocati
  • Conservare il vino in condizioni ottimali
  • Degustare con attenzione, riconoscendo le sfumature aromatiche
  • Comunicare il valore dell’invecchiamento attraverso strategie SEO mirate: usare termini come “vino bianco evoluto”, “aromi terziari”, “affinamento in bottiglia”, “longevità aromatica” nei contenuti online.
Buone degustazioni a tutti!

D.B.

 

martedì 4 novembre 2025

Rubrica "Approfondimenti Tecnici" di VinoDegustando: evoluzione aromatica nei vini rossi da invecchiamento.

Cari amanti del buon bere, bentornati in questo spazio dedicato alla conoscenza profonda del vino, dove ogni dettaglio conta e ogni aroma racconta una storia. Nella puntata di oggi ci addentriamo in uno dei temi più affascinanti e ricchi di sfumature: l’evoluzione aromatica nei vini rossi da invecchiamento.

Parleremo di come il tempo modella il profilo olfattivo di un grande rosso, trasformando la freschezza giovanile in complessità, eleganza e profondità. Dal frutto maturo al cuoio, dalle spezie al sottobosco, scopriremo insieme i segreti che rendono un vino rosso invecchiato un capolavoro sensoriale.

Preparate i calici, affinate i sensi… si parte per un viaggio nel tempo e nel profumo!

L’evoluzione aromatica nei vini rossi da invecchiamento è il cuore della complessità sensoriale che rende un grande rosso indimenticabile. In questo articolo esploreremo come gli aromi si trasformano nel tempo, quali fattori influenzano questa metamorfosi e come riconoscere i profumi tipici dei vini rossi maturi..

L’evoluzione aromatica è il processo attraverso cui il profilo olfattivo del vino cambia nel tempo. Nei vini rossi da invecchiamento, gli aromi primari (fruttati e floreali) si trasformano in aromi secondari (legati alla fermentazione) e infine in aromi terziari, più complessi e stratificati. Questo avviene durante l’affinamento in bottiglia, dove il vino sviluppa un bouquet evoluto che può includere sentori di cuoio, tabacco, spezie, sottobosco e cacao.

I fattori che influenzano e caratterizzano l’evoluzione aromatica dei vini rossi da invecchiamento sono principalmente:

  • Vitigno: Vitigni come Nebbiolo, Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Aglianico sono noti per la loro longevità e capacità di evolvere aromaticamente.
  • Composti fenolici: Tannini e antociani giocano un ruolo chiave nella stabilità e nell’evoluzione del colore e degli aromi.
  • Tecniche di vinificazione: Macerazioni lunghe, fermentazioni controllate e affinamenti in legno favoriscono la formazione di composti aromatici stabili.
  • Micro-ossigenazione: L’ossigeno, se gestito correttamente, favorisce la polimerizzazione dei tannini e lo sviluppo di aromi terziari.
  • Condizioni di conservazione: Temperatura, umidità e assenza di luce diretta sono fondamentali per preservare e valorizzare l’evoluzione olfattiva.

Durante l’invecchiamento, i vini rossi perdono la freschezza fruttata e acquisiscono sentori terziari come:

  • Cuoio e tabacco
  • Note balsamiche e resinose
  • Spezie dolci e pepe nero
  • Sottobosco, funghi e terra umida
  • Cacao, caffè
  • Note minerali di grafite e di goudron

Questi aromi sono apprezzati dagli esperti e rappresentano la firma olfattiva dei vini rossi strutturati da lungo affinamento.

Studi universitari hanno evidenziato come la struttura fenolica e la capacità antiossidante siano determinanti per la qualità aromatica nel tempo.

Per apprezzare al meglio l’evoluzione aromatica nei vini rossi da invecchiamento, è fondamentale:

  • Scegliere bottiglie da vitigni e terroir vocati
  • Conservare il vino in condizioni ottimali
  • Degustare con attenzione, riconoscendo le sfumature aromatiche
  • Comunicare il valore dell’invecchiamento attraverso strategie SEO mirate: usare termini come “vino rosso evoluto”, “aromi terziari”, “affinamento in bottiglia”, “longevità aromatica” nei contenuti online.


Buone degustazioni a tutti!

D.B.

sabato 1 novembre 2025

Cari amici wine lovers, è con grande piacere che vi presento la degustazione di questa settimana su VinoDegustando, dove il protagonista assoluto sarà uno Chardonnay d’eccezione: il Piemonte D.O.C. Chardonnay "Solum" 2019 prodotto dall’Azienda Isolabella della Croce

Chardonnay in purezza, frutto di uve coltivate in vigneti di alta collina, caratterizzati da forti pendenze e un’esposizione Est-Sud-Ovest. La densità d’impianto è di 5.000 ceppi per ettaro. La vendemmia è rigorosamente manuale, seguita da una pigiatura delicata.

La fermentazione si articola in due fasi: la prima avviene in acciaio a temperatura controllata, per preservare le note più fresche e floreali, insieme alla tipica balsamicità del vitigno. Successivamente, il vino passa in barrique lavate a vapore per 10 mesi, dove completa la fermentazione alcolica. Durante questo periodo, si effettuano ripetuti bâtonnage per sei mesi. L’affinamento prosegue in bottiglia per almeno 12 mesi, conferendo ulteriore complessità e armonia.

Il 2019 è stato un anno caldo, ma ha regalato un’annata sorprendentemente eccellente, forse anche grazie alle riserve idriche accumulate in profondità grazie alle abbondanti piogge dell’anno precedente.

Ma ora la parola a lui!

Alla vista e di un bellissimo color oro intenso con riflessi aranciati, limpido e brillante. Lo sguardo ne rimane subito catturato.

All’olfatto è elegantissimo ed intenso. Si distinguono note floreali di calendula, sentori agrumati di buccia d’arancia candita e sfumature officinali di salvia ed erba cipollina. Il tutto è avvolto da una marcata balsamicità e da una sottile ed iniziale nota idrocarburica.

In bocca è freschissimo, sapido e glicerico. La spalla acida lo rende teso, verticale e armonico. La corrispondenza con il naso è perfetta, con una prevalenza di note agrumate e floreali che accompagnano un lungo e piacevolissimo finale, dove ritorna anche la componente idrocarburica.

Un vino che incarna perfettamente l’eleganza e la grandezza di un Chardonnay d’autore.

Chapeau Andrea! Continua così.

Buone degustazioni a tutti!

D.B.

giovedì 30 ottobre 2025

Rubrica "Approfondimenti Tecnici" di VinoDegustando: Viticoltura eroica - sfide e la qualità dei vigneti estremi

Bentrovati su VinoDegustando!

Un nuovo appuntamento della nostra rubrica “Approfondimenti Tecnici” ci porta oggi tra i pendii più impervi, le terrazze scolpite nella roccia e le altitudini dove la vite sfida i limiti della natura: parliamo di viticoltura eroica, un patrimonio di resilienza, tradizione e qualità.

Nel panorama vitivinicolo italiano ed europeo, esiste una forma di coltivazione che sfida la gravità, il clima e la logistica: è la viticoltura eroica, praticata in territori impervi dove ogni grappolo è frutto di fatica, ingegno e passione.

La viticoltura eroica si riferisce alla coltivazione della vite in condizioni estreme, secondo criteri definiti dal CERVIM (Centro di Ricerche, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura Montana). 

I vigneti eroici hanno queste caratteristiche:

  • Zone con pendenze superiori al 30%
  • Altitudini superiori ai 500 metri s.l.m.
  • Terreni terrazzati o gradonati
  • Isole o aree con condizioni climatiche difficili

Alcuni esempi emblematici sono:

  • La Valtellina in Lombardia
  • le Cinque Terre in Liguria
  • La Valle del Douro in Portogallo
  • I pendii dell’Etna in Sicilia

Coltivare in questi contesti significa affrontare:

  • Accessibilità limitata: spesso i vigneti sono raggiungibili solo a piedi o con monorotaie.
  • Meccanizzazione ridotta: la maggior parte delle operazioni è manuale, dalla potatura alla vendemmia.
  • Rischi climatici accentuati: escursioni termiche, vento, siccità o eccesso di pioggia.
  • Costi elevati: manodopera specializzata, interventi di contenimento e manutenzione dei terrazzamenti.

Nonostante o grazie a queste difficoltà, la viticoltura eroica genera vini di grande personalità e autenticità. I fattori che ne determinano il valore includono:

  • Mineralità e freschezza: dovute a suoli poveri e altitudini elevate.
  • Biodiversità preservata: spesso si coltivano vitigni autoctoni rari o in via di estinzione.
  • Storia e tradizione: ogni bottiglia racconta il legame profondo tra uomo e paesaggio.
  • Sostenibilità ambientale: la viticoltura eroica è spesso integrata in ecosistemi fragili, gestiti con rispetto e attenzione.

La viticoltura eroica non è solo una sfida agronomica, ma un atto di resistenza culturale. In un mondo che corre verso l’efficienza, questi vigneti ci ricordano che il valore autentico nasce spesso dalla fatica, dalla dedizione e dalla capacità di custodire la bellezza là dove sembra più fragile.

Buone degustazioni a tutti!

D.B.



martedì 28 ottobre 2025

Rubrica "Approfondimenti Tecnici" di VinoDegustando: Microterroir, selezione clonale e il futuro della viticoltura di qualità

Cari appassionati di vino, ben ritrovati in VinoDegustando per una nuova puntata della nostra rubrica “Approfondimenti Tecnici”, dove esploriamo i temi più innovativi e strategici della viticoltura contemporanea. Oggi ci addentriamo in un argomento affascinante e cruciale per il futuro della qualità enologica: Microterroir e selezione clonale.

Nel cuore della viticoltura contemporanea si sta delineando una rivoluzione silenziosa, fatta di precisione agronomica, studio genetico e profonda conoscenza del territorio. Due concetti chiave emergono come protagonisti di questa trasformazione: il microterroir e la selezione clonale. Insieme, rappresentano il binomio strategico per una viticoltura di qualità, sostenibile e identitaria.

Il termine "microterroir" indica una p
orzione estremamente circoscritta di territorio vitato, caratterizzata da condizioni pedoclimatiche uniche: suolo, esposizione, altitudine, umidità, vento e interazione con la flora circostante. A differenza del terroir classico, il microterroir lavora su scala ridotta, talvolta limitata a pochi filari o a una singola parcella.

Questa visione consente:

  • Una gestione agronomica personalizzata, con interventi mirati su irrigazione, potatura e difesa fitosanitaria.
  • Una vinificazione separata per valorizzare le peculiarità aromatiche e strutturali delle uve.
  • Una narrazione territoriale più autentica, che rafforza l’identità del vino e il legame con il luogo.

La selezione clonale consiste nell’individuare e propagare piante di vite che presentano caratteristiche superiori in termini di sanità, produttività, resistenza e qualità enologica. Ogni clone è il risultato di anni di osservazione, analisi e microvinificazioni.

I vantaggi principali sono:

  • Maggiore uniformità produttiva e controllo delle rese.
  • Ottimizzazione del profilo aromatico e fenolico in funzione dello stile desiderato.
  • Adattamento specifico al microterroir di impianto, con cloni selezionati per rispondere alle condizioni locali.

Quando microterroir e selezione clonale si incontrano, nasce una viticoltura sartoriale, capace di esprimere il massimo potenziale qualitativo di ogni vigneto. È l’approccio che molte aziende italiane stanno adottando per distinguersi in un mercato sempre più attento alla tipicità e alla sostenibilità.

Esempi virtuosi si trovano in Toscana, dove cloni di Sangiovese vengono impiantati in microparcelle con suoli calcarei e ventilazione ottimale, o in Alto Adige, dove il Pinot Nero trova espressioni sorprendenti grazie alla combinazione tra cloni aromatici e microclimi alpini.

La viticoltura di qualità non si accontenta più di buoni risultati: cerca l’eccellenza, la riconoscibilità, la coerenza stilistica. Microterroir e la selezione clonale sono gli strumenti per costruire vini che parlano il linguaggio del territorio, con la precisione della scienza e l’emozione dell’artigianalità.

Nei prossimi anni, assisteremo a una crescente mappatura genetica dei vigneti, a impianti sempre più personalizzati e a vinificazioni parcellari che daranno vita a etichette uniche, capaci di raccontare storie autentiche.

Buone degustazioni a tutti!

D.B.

sabato 25 ottobre 2025

Alta Langa D.O.C.G. Extra Brut Rose' 2020 - Mario Torelli'

Un grazie e un rinnovato benvenuto a tutti i fedelissimi di VinoDegustando!

Per il vino protagonista di questa settimana, torniamo con piacere nel cuore del Piemonte, terra di grandi vini e tradizioni gastronomiche. Parliamo dell’Alta Langa DOCG, lo spumante Metodo Classico che incarna l’eleganza e la storia delle bollicine piemontesi.

Alta Langa non è solo una denominazione d’origine controllata e garantita: è un viaggio nel tempo che ci riporta alla metà del XIX secolo, quando nelle Cantine di Canelli si iniziò a produrre spumante con rifermentazione in bottiglia. Da allora, il Metodo Classico piemontese ha conquistato palati e riconoscimenti, diventando simbolo di raffinatezza e autenticità.

La DOCG Alta Langa è riservata esclusivamente ai vini spumanti millesimati, prodotti con uve Pinot Nero e Chardonnay raccolte in una singola vendemmia. Ogni bottiglia racconta l’annata, il clima, il lavoro in vigna e la maestria in cantina.

L’areale di produzione si estende tra le province di Cuneo, Asti e Alessandria, in un paesaggio collinare che regala altitudini, escursioni termiche e suoli ideali per la spumantizzazione Metodo Classico. Qui, ogni grappolo è selezionato con cura per dare vita a bollicine fini, persistenti e capaci di emozionare.

Alta Langa è disponibile nelle versioni Alta Langa Bianco e Alta Langa Rosé, entrambe caratterizzate da una lunga permanenza sui lieviti e da un profilo aromatico elegante, complesso e minerale. Ogni bottiglia racconta il terroir piemontese e l’artigianalità dei produttori che ne custodiscono l’identità.

Tra le etichette più rappresentative della Cantina Mario Torelli di Gianfranco spicca proprio l’Alta Langa Rosé Extra Brut, un Metodo Classico millesimato ottenuto da 100% uve Pinot Nero. Questo spumante rosato si distingue per una sosta sui lieviti di oltre 30 mesi, che conferisce struttura, complessità e una sorprendente freschezza.

Vediamo ora cosa ci trasmette:

Alla vista si presenta con un affascinante rosa antico carico, luminoso e brillante. Il perlage è finissimo, con catenelle di bollicine che salgono leggere e continue, segno di una spumantizzazione impeccabile.

Al naso è un’esplosione di eleganza: note floreali di rosa e ciclamino si intrecciano con sfumature agrumate di pompelmo rosa e clementina. Il profilo aromatico si arricchisce poi di tocchi speziati di zenzero, balsamicità avvolgente e una decisa mineralità che richiama il terroir dell’Alta Langa.

In bocca è un tripudio di freschezza e sapidità. La corrispondenza gusto-olfattiva è impeccabile, con una persistenza lunga e vibrante. Il finale è intrigante, dominato dalle note agrumate e da una raffinata componente balsamico-minerale che dona profondità e carattere.

Buone degustazioni a tutti!

D.B.


giovedì 23 ottobre 2025

Rubrica "Approfondimenti Tecnici" di VinoDegustando: La zonazione viticola e i cru.

 Amici di VinoDegustando, siete pronti per un nuovo appuntamento con gli "Approfondimenti Tecnici"? 

Oggi parleremo della zonazione viticola: è lo studio sistematico e multidisciplinare del territorio vitato, finalizzato ad individuare le aree più vocate alla
produzione di vini di qualità. È una vera e propria “radiografia del terroir”, che analizza fattori pedoclimatici, agronomici, enologici e storici per definire il potenziale qualitativo di ogni singola parcella.

Questa pratica nasce dall’esigenza di valorizzare la tipicità e l’identità dei vini, superando la logica delle denominazioni generiche e puntando su microzone con caratteristiche uniche. La zonazione è alla base della definizione di un cru, termine che indica una porzione di vigneto con qualità superiore e riconoscibile nel tempo.

La zonazione si articola in diverse fasi, ciascuna con obiettivi precisi:

1. Analisi pedologica e geologica

  • Studio dei suoli: tessitura, struttura, pH, capacità di drenaggio, contenuto organico
  • Stratigrafia e origine geologica: marne, calcari, sabbie, argille
  • SEO: suolo viticolo, terroir geologico, composizione minerale vigneto

2. Analisi climatica e microclimatica

  • Rilevazione di temperature, escursioni termiche, piovosità, esposizione solare
  • Influenza del vento, altitudine e orientamento dei versanti
  • SEO: clima viticolo, esposizione vigneto, altitudine vigneto

3. Analisi agronomica

  • Comportamento vegetativo delle varietà: vigoria, fenologia, maturazione
  • Resa per ettaro, sanità delle uve, risposta alle tecniche colturali
  • SEO: varietà viticole, gestione vigneto, resa uva

4. Analisi enologica e sensoriale

  • Vinificazione separata delle microzone
  • Degustazione comparativa dei vini ottenuti
  • Valutazione di struttura, aromaticità, longevità
  • SEO: profilo sensoriale vino, vinificazione zonata, degustazione tecnica

All'interno di questo argomento, si inserisce il termine "cru", che in francese significa “croitre”, crescere e indica una unità viticola di eccellenza, riconosciuta per la costanza qualitativa e la tipicità dei vini che vi si producono. Un cru non è solo un vigneto “buono”: è un luogo che esprime un’identità precisa, riconoscibile e replicabile nel tempo.

Un Cru deve avere le seguenti caratteristiche:

  • Origine geologica e climatica distintiva
  • Varietà viticole perfettamente adattate
  • Tecniche colturali e vinificazione coerenti
  • Riconoscibilità sensoriale del vino
  • Storicità e reputazione consolidata

In Italia, il concetto di cru è spesso espresso con termini come “vigna”, “sorì”, “ronco”, “contrada”, “runc”, “piede di collina”, ma la zonazione scientifica è lo strumento che ne certifica il valore.

Buone degustazioni a tutti!

D.B.

 

 

mercoledì 22 ottobre 2025

Rubrica "Approfondimenti Tecnici" di VinoDegustando: i difetti del vino.

Benvenuti a una nuova puntata di Approfondimenti Tecnici di VinoDegustando, lo spazio dove la passione per il vino incontra la precisione dell’enologia e dell’agronomia viticola.

Nella puntata di oggi tratteremo un argomento ostico, di cui nessun appassionato di vino vorrebbe sentir parlare; però nel mondo della degustazione tecnica, saper riconoscere i difetti del vino è fondamentale per valutare la qualità di un prodotto e per educare il consumatore. I difetti organolettici possono compromettere l’equilibrio sensoriale del vino, alterandone il profilo aromatico, gustativo e visivo. Vediamoli nel dettaglio, con un linguaggio descrittivo e tutti i principali termini SEO del settore enologico.

Difetti olfattivi del vino

  • Odore di tappo: aroma sgradevole di cartone bagnato, muffa o cantina umida. Provocato da contaminazione da TCA nel sughero naturale.
  • Ridotto: note di uovo marcio, cavolo bollito, gomma bruciata. Dovuto a carenza di ossigeno e presenza di composti solforati.
  • Ossidato: profilo aromatico piatto, con note di mela cotta, noci, sherry. Colore brunito, perdita di freschezza.
  • Acetico: sentore pungente di aceto, provocato da eccessiva presenza di acido acetico e batteri acetici.
  • Brettanomyces: note animali, di stalla, cuoio, sudore di cavallo. Può essere tollerato in piccole dosi nei vini naturali, ma è considerato un difetto.

Difetti gustativi del vino

  • Vino squilibrato: prevalenza eccessiva di una componente (acidità, tannino, alcol) rispetto alle altre. Sensazione sgradevole in bocca.
  • Vino piatto: assenza di corpo, persistenza e vivacità. Gusto evanescente, poco coinvolgente.
  • Vino amaro: finale amaricante non legato a varietà o vinificazione. Può derivare da uve non sane o da errori in cantina.
  • Vino metallico: sensazione di ferro o alluminio, spesso legata a contaminazioni da attrezzature o contenitori.

Difetti visivi del vino

  • Torbidità: presenza di particelle sospese, colore opaco. Può indicare instabilità microbiologica o mancata filtrazione.
  • Precipitazioni anomale: non sempre un difetto, ma può essere percepito negativamente dal consumatore.
  • Colore alterato: tonalità brunite nei bianchi, aranciate nei rosati, mattone nei rossi giovani. Spia di ossidazione o invecchiamento precoce.
Buone degustazioni a tutti!

D.B.

 

sabato 18 ottobre 2025

Colli Tortonesi D.O.C.G. Timorasso "Derthona" 2001 - Claudio Mariotto

Amici wine lovers, buon sabato e buon we!

Questa settimana voglio portarvi alla scoperta di una vera gemma dell’enologia piemontese: il Colli Tortonesi D.O.C.G. Timorasso Derthona 2001 firmato dal talentuoso Vignaiolo Claudio Mariotto. Ho avuto il privilegio di degustarlo durante una straordinaria Verticale di Timorasso, tenutasi sabato 4 ottobre, dove sei annate storiche hanno raccontato l’evoluzione di questo vitigno autoctono con rara profondità.

Tra i campioni assaggiati i due che mi hanno colpito in modo particolare sono stati il “Pitasso” 2007 e il “Derthona” 2001. Il primo è già stato protagonista del mio articolo del 12 aprile 2025 su VinoDegustando, assaggiato in occasione del banco d’assaggio Derthona 2.0 tenutosi il 01 aprile 2025; oggi voglio soffermarmi sul secondo, per la sua eleganza senza tempo e la capacità di esprimere al meglio il potenziale del Timorasso in versione evoluta.

Leggi l’articolo sul Pitasso 2007                                              https://vinodegustando.blogspot.com/2025/04/colli-tortonesi-derthona-doc-pitasso.html

Il vigneto da cui nasce il Derthona 2001 è situato a 250 metri sul livello del mare, su suoli calcareo-argillosi che conferiscono struttura e mineralità al vino. La potatura è a Guyot, con inerbimento spontaneo e assenza di diserbanti, mentre l’uso di sostanze chimiche è ridotto al minimo e gestito con buon senso, solo quando necessario. L’imbottigliamento avviene con solfiti aggiunti al 50% rispetto al limite consentito per i vini biologici. L’annata 2001 è stata regolare, senza particolari problemi fitopatologici.

La vinificazione segue un protocollo rigoroso e rispettoso della materia prima:

  • Pressatura soffice con diraspatura
  • Decantazione statica per la chiarifica del mosto
  • Fermentazione controllata tra i 18 e i 20°C
  • Vinificazione in acciaio con almeno 10 mesi di affinamento sulle fecce nobili in sospensione
  • Filtrazione e imbottigliamento
  • Affinamento in bottiglia per circa un anno prima della commercializzazione
Ma ora diamo la parola a lui:

Il vino è color giallo oro intenso, limpido e brillante, segno di una maturazione evoluta e di una vinificazione attenta. La tonalità carica anticipa la complessità che si ritroverà al naso e al palato.

All’olfatto si apre con grande eleganza e rara finezza, più che con intensità. I sentori agrumati di cedro dominano la scena, accompagnati da raffinate note minerali idrocarburiche, tipiche del Timorasso evoluto. Completano il bouquet sfumature floreali di camomilla e note di cera d’api, che donano profondità e personalità.

In bocca è sapido, fresco e glicerico, con una perfetta corrispondenza gusto-olfattiva. La struttura è avvolgente, la persistenza notevole. Il finale è lungo e caratterizzato da note minerali, tracce idrocarburiche e cera d’api, che confermano l’identità territoriale e l’evoluzione del vino.

Questo vino si presenta oggi come un bianco da invecchiamento di rara complessità, capace di raccontare il territorio dei Colli Tortonesi con voce autentica. Note minerali, evoluzioni aromatiche e una struttura avvolgente lo rendono perfetto per chi cerca vini bianchi di raro carattere, ideali per degustazioni verticali, abbinamenti gourmet o semplicemente per lasciarsi emozionare.

Buone degustazioni a tutti!

D.B.