martedì 30 dicembre 2025

Rubrica "Approfondimenti Tecnici" di VinoDegustando: Vitigni estinti o molto rari del Piemonte

Cari lettori e appassionati di vitigni rari e storie di territorio benvenuti su VinoDegustando!

Oggi vi accompagno in un viaggio affascinante tra le colline piemontesi, alla scoperta di alcuni vitigni storici estinti o quasi dimenticati, che custodiscono l’anima più autentica della nostra viticoltura; sono vitigni che parlano di montagne, tradizioni contadine, biodiversità e memoria agricola. Recuperarli significa dare nuova vita a un patrimonio prezioso, fatto di identità, resilienza e cultura.

Pronti a riscoprire ciò che il tempo aveva quasi cancellato?

Il Piemonte è noto per i suoi grandi vini, ma accanto ai vitigni celebri esiste un patrimonio nascosto fatto di uve rare, quasi estinte, che raccontano la storia più autentica della viticoltura alpina. Tra queste spiccano tre varietà affascinanti: Nebbiolo di Dronero, Bianchetta di Saluzzo e Rollo AnticoSono vitigni che un tempo popolavano le colline del Cuneese e delle valli torinesi, oggi sopravvissuti solo grazie alla passione di ricercatori e vignaioli. Riscoprirli significa dare voce alla biodiversità e recuperare un pezzo di identità piemontese.

Nebbiolo di Dronero: un rosso alpino dalla storia sorprendente

Il Nebbiolo di Dronero è un vitigno a bacca nera coltivato per secoli nelle valli del Cuneese, in particolare tra Dronero, la Valle Maira e la Valle Grana. Nonostante il nome, non è imparentato con il Nebbiolo classico: si tratta infatti del vitigno Chatus, originario dell’Ardèche francese e introdotto in Piemonte in epoca medievale. La sua storia è ricca di scambi culturali, migrazioni e adattamenti montani.

Il grappolo è compatto, l’acino scuro e la buccia ricca di pruina. È un vitigno rustico, capace di resistere al freddo e ai terreni poveri delle valli alpine. I vini ottenuti sono di colore rubino intenso, con profumi di ciliegia, piccoli frutti e leggere note erbacee. Al palato mostrano freschezza, tannino fine e una struttura agile, ideale per vini territoriali e per assemblaggi tradizionali. Oggi il Nebbiolo di Dronero è oggetto di un rinnovato interesse, grazie al suo carattere autentico e alla sua forte identità alpina.

Bianchetta di Saluzzo: un bianco raro dalle colline del Cuneese

La Bianchetta di Saluzzo è un vitigno bianco quasi scomparso, un tempo diffuso nelle colline attorno a Saluzzo, Revello e Pagno. Non va confuso con la Bianchetta Genovese o con la Bianchetta Trevigiana: si tratta di una varietà autonoma, parte della biodiversità minore piemontese.

Il grappolo è piccolo e spargolo, l’acino giallo‑verde e la buccia sottile. È un vitigno che ama i pendii freschi e ventilati, ma soffre le annate umide. I vini storici erano descritti come freschi, leggeri, floreali, con note di agrumi e mela verde. La Bianchetta di Saluzzo veniva spesso usata in assemblaggio per dare acidità e vivacità ai vini locali. Oggi sopravvive in pochi ceppi e in collezioni sperimentali, ma rappresenta un esempio prezioso di viticoltura antica, legata alla vita rurale del Cuneese.

Il suo recupero potrebbe offrire nuove opportunità per vini bianchi snelli, territoriali e coerenti con la crescente domanda di freschezza e autenticità.

Rollo Antico: un bianco perduto tra Piemonte e Liguria

Il Rollo Antico è un vitigno bianco quasi estinto, citato in documenti tra Ottocento e Novecento nelle zone tra Langhe meridionali, Val Bormida e aree interne della Liguria. Non va confuso con il Rollo ligure, sinonimo locale del Vermentino: il Rollo Antico è una varietà distinta, parte di un gruppo di uve bianche storiche oggi quasi scomparse.

Il grappolo è medio e spargolo, l’acino piccolo e la buccia sottile. È un vitigno rustico, capace di mantenere acidità anche in annate calde. I vini erano descritti come freschi, secchi, floreali, con note di erbe e agrumi. Era usato per vini quotidiani e per tagliare uve più morbide. La sua identità genetica non è ancora del tutto chiarita, ma sembra appartenere a un antico ceppo comune alle varietà bianche del Nord‑Ovest.

Un patrimonio da salvare

Nebbiolo di Dronero, Bianchetta di Saluzzo e Rollo Antico rappresentano tre storie diverse, unite da un filo comune: la biodiversità piemontese. Recuperare questi vitigni significa dare valore alla memoria agricola, creare vini unici e offrire nuove prospettive alla viticoltura di montagna. In un mercato che premia identità e autenticità, questi vitigni rari possono diventare una risorsa preziosa per il futuro del Piemonte.

Buone degustazioni a tutti!

D.B.

 

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