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insieme
esploriamo fermentazioni e lieviti nell’epoca del cambio climatico, tra sfide,
innovazioni e racconti di vini che riflettono il nostro tempo.
La fermentazione è il cuore dell’enologia, il
momento in cui il mosto diventa vino. Oggi, però, questo processo antico si
confronta con una nuova sfida: il cambio climatico. Temperature più
alte, vendemmie anticipate e uve con zuccheri elevati impongono agli enologi un
ripensamento delle strategie di fermentazione e della gestione dei lieviti.
Il ruolo dei lieviti nella vinificazione
I lieviti sono responsabili della conversione
degli zuccheri in alcol e anidride carbonica.
- Funzione
primaria: trasformazione del mosto in vino.
- Effetti
secondari: sviluppo di aromi, struttura gustativa e
complessità sensoriale.
In un contesto di cambiamento climatico,
la loro vitalità è messa alla prova da condizioni ambientali mutevoli.
Fermentazioni
spontanee e lieviti indigeni
La fermentazione spontanea, affidata ai lieviti
indigeni, rimane un simbolo di autenticità.
- Vantaggi: unicità,
legame con il territorio, profili aromatici irripetibili.
- Svantaggi: maggiore
fragilità in annate calde, rischio di arresti o deviazioni aromatiche.
Il cambio climatico amplifica la variabilità,
rendendo questo approccio più complesso da gestire.
Lieviti
selezionati e sicurezza tecnica
L’uso di lieviti selezionati offre maggiore
controllo.
- Ceppi
resistenti: capaci di lavorare in mosti ricchi di
zuccheri.
- Obiettivi
enologici: riduzione dell’alcol, esaltazione di
freschezza e complessità.
In un’epoca di vendemmie anticipate, la scelta
del ceppo diventa una leva strategica per mantenere equilibrio e identità
stilistica.
Gestione delle
condizioni di fermentazione
La gestione dei lieviti non si limita alla
selezione:
- Temperatura:
raffreddamento del mosto per evitare fermentazioni troppo rapide.
- Nutrienti: apporto
mirato di azoto per ridurre composti indesiderati.
- Ossigenazione: supporto
alla vitalità dei lieviti.
Tecnologia e sensibilità enologica si uniscono
per garantire fermentazioni armoniose.
Innovazioni:
lieviti non-Saccharomyces
La ricerca ha aperto nuove prospettive:
- Riduzione
dell’alcol: ceppi capaci di modulare la fermentazione.
- Aromi
intensificati: note floreali e fruttate più marcate.
- Co-fermentazione:
combinazione di diversi lieviti per vini più sfaccettati.
Queste pratiche rispondono alle esigenze di un
mercato attento a freschezza e sostenibilità.
Fermentazione
malolattica e cambio climatico
La fermentazione malolattica, condotta dai
batteri lattici, assume un ruolo diverso:
- Uve
mature: acidità ridotta, vini più morbidi.
- Decisione
strategica: avviare o meno la malolattica per
preservare vivacità nei bianchi o rotondità nei rossi.
L’enologo come
regista
Il cambio climatico non è solo una sfida tecnica,
ma culturale.
- Compito
dell’enologo: interpretare vendemmie mutevoli, gestire
lieviti e condizioni di fermentazione.
- Equilibrio: tra
controllo e spontaneità, tra scienza e arte.
In conclusione possiamo dire che le fermentazioni
nell’epoca del cambio climatico non sono più line
ari, ma un terreno di
adattamento e sperimentazione. La gestione dei lieviti diventa un atto
fondativo, capace di incidere sulla personalità del vino e sulla sua capacità
di raccontare un territorio che cambia.
Buone degustazioni a tutti!
D.B.

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