Gentilissimi amici di VinoDegustando buon pomeriggio!
Inauguriamo oggi la rubrica "approfondimenti tecnici"; appuntamento fisso tre volte a settimana: ogni mercoledì, giovedì e venerdì.
Bene, iniziamo!
Cosa sono i tannini e perché li sentiamo nel vino rosso e
nel tè nero?
Immagina di
gustare un bicchiere di vino rosso corposo o di
sorseggiare un tè nero intenso: quella leggera secchezza in bocca, quasi un
pizzicore sul palato, è causata dai tannini nel vino rosso e nel tè.
Ma cosa sono i tannini? Sono composti vegetali naturali che
le piante producono per proteggersi. Si trovano nella corteccia degli alberi,
nelle foglie, nei frutti e, in particolare, nella buccia, nei semi e nel
picciolo dell’uva. Durante la vinificazione, queste parti trasferiscono i
tannini nel liquido, dando al vino un gusto astringente e una struttura
profonda.
Nel caso del tè nero e tannini, se le foglie restano in
infusione troppo a lungo, il gusto diventa amaro e pungente, proprio per via
della loro azione. Lo stesso avviene con alcuni frutti acerbi come il cachi non
maturo, che “lega la bocca” al primo morso — un chiaro esempio degli effetti
dei tannini.
Ma i tannini non influenzano solo il gusto. Offrono anche
diversi benefici per la salute: sono antiossidanti, aiutano la digestione e,
nel vino, sono importanti per l'invecchiamento. I benefici dei tannini
includono la capacità di rendere il vino più longevo e complesso nel tempo.
- I tannini: gustosi e salutari
- Presenti nel vino rosso per gusto e struttura
- Responsabili del sapore deciso nel tè nero
- Utili per la digestione e per combattere lo stress ossidativo
- Fondamentali per l'invecchiamento del vino rosso
In sintesi, i tannini nel vino e nel tè sono come un amico
dal carattere deciso: magari sorprendono al primo incontro, ma lasciano un
segno duraturo.
Tra le varietà di uva da vino molto conosciute in Italia, il
Nebbiolo si distingue per l’altissima concentrazione di tannini. È considerato
uno dei vitigni più austeri e potenti al mondo e rappresenta l’anima di due
grandi vini italiani: Barolo e Barbaresco.
L’Italia contribuisce con altri nomi eccellenti, come l’Aglianico, il re del sud, che domina la scena del Taurasi con tannini intensi e profondi. In Umbria invece, il Sagrantino rivendica il titolo di vitigno con una delle concentrazioni di tannini più elevate d’Europa, regalando vini potenti e longevi, tra cui il famoso Sagrantino di Montefalco.
In ambito internazionale esistono poi altri vitigni che esprimono carattere e intensità, tra cui il Tannat, come suggerisce il nome stesso, è una varietà francese estremamente tannica, ormai diventata simbolo enologico dell’Uruguay, il Cabernet Sauvignon, probabilmente il vitigno più conosciuto al mondo, è celebre per la sua struttura decisa e la predisposizione all’invecchiamento. Non va dimenticato poi il Syrah, detto anche Shiraz, che nei climi caldi sa esprimere forza e speziatura con una tannicità ben presente.
E come sempre "buone degustazioni a tutti!"
D.B.
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