giovedì 31 luglio 2025

Per la Rubrica "Approfondimenti Tecnici" di VinoDegustando: Cos'è la fermentazione alcolica

 Buonasera a tutti gli enofili!

Benvenuti al secondo appuntamento della settimana nella nostra rubrica “Approfondimenti Tecnici” di VinoDegustando. Oggi parliamo di un passaggio fondamentale nella vinificazione: la fermentazione alcolica.

La fermentazione alcolica nel vino è il processo biologico centrale nella vinificazione, grazie al quale gli zuccheri presenti nel mosto d’uva vengono convertiti in alcol etilico e anidride carbonica. Avviene tramite l’azione di lieviti naturali, presenti nella buccia, o selezionati, e rappresenta il passaggio fondamentale che trasforma l’uva pigiata nel prodotto finale: il vino.

Come avviene la fermentazione alcolica?

Il processo si articola in diverse fasi:

1.       Preparazione del mosto: dopo la pigiatura dell’uva, si ottiene un succo ri
cco di zuccheri, acidi organici, tannini e sostanze aromatiche.

2.       Inoculo dei lieviti: si possono utilizzare lieviti naturalmente presenti sulla buccia (fermentazione spontanea), oppure lieviti selezionati per garantire maggiore controllo.

3.       Fermentazione attiva:

  • I lieviti, principalmente del genere Saccharomyces cerevisiae, metabolizzano gli zuccheri
  • Vengono prodotti alcol, calore e CO₂.
  • Il processo può durare da pochi giorni a diverse settimane.

4.       Controllo della temperatura: mantenere temperature ottimali (tra 18–25°C) è fondamentale per evitare stress microbici e preservare gli aromi primari.

5.       Fine fermentazione: avviene quando gli zuccheri fermentescibili sono esauriti, oppure può essere arrestata intenzionalmente per ottenere vini dolci.

Effetti della fermentazione sul vino

  • La fermentazione alcolica incide profondamente sulle caratteristiche finali del vino:
  • Stabilisce il grado alcolico.
  • Modula il profilo aromatico e gustativo.
  • Determina il corpo, la struttura e la persistenza.
  • Nei vini rossi, il processo avviene spesso con le bucce per favorire l’estrazione di colore e tannini.
  • Nei vini bianchi, invece, la fermentazione avviene generalmente senza bucce per preservare freschezza e fragranza.
Buone degustazioni a tutti!

D.B.



mercoledì 30 luglio 2025

Per la Rubrica "Approfondimenti Tecnici" di VinoDegustando: Cos'è la fermentazione malolattica

Buon pomeriggio a tutti gli enonauti!

Dalla scorsa settimana è ufficialmente iniziata la rubrica settimanale “Approfondimenti Tecnici” di VinoDegustando, pensata per tutti gli appassionati di enologia e agronomia vitivinicola. Ogni settimana, nei giorni di mercoledì, giovedì e venerdì, affronteremo 3 argomenti specializzati per esplorare il mondo del vino, dalla vigna alla bottiglia.

Non perdere l’occasione di arricchire le tue competenze con contenuti di valore, approfondimenti professionali e curiosità sul settore vitivinicolo.

Segui VinoDegustando e resta aggiornato sulle novità dell’enologia moderna.

Per il primo appuntamento di questa settimana : Cos'è la fermentazione malolattica?

Cos'è la fermentazione malolattica nel vino e perché è così importante?

La fermentazione malolattica, chiamata anche seconda fermentazione, è una fase cruciale nel processo di vinificazione, soprattutto per i vini rossi e alcuni vini bianchi strutturati. Questo passaggio contribuisce in modo determinante alla qualità, alla complessità e all'equilibrio del vino.

Contrariamente al nome, non si tratta di una vera e propria fermentazione alcolica, ma di una conversione biochimica che trasforma l’acido malico, responsabile di una sensazione pungente e aspra, in acido lattico, molto più morbido al palato. A svolgere questa trasformazione sono specifici batteri lattici, come Oenococcus oeni, naturalmente presenti o aggiunti durante l’affinamento.

I vantaggi della fermentazione malolattica

·       Riduzione dell'acidità: rende il vino più rotondo, armonico e bilanciato.

·       Miglioramento del profilo aromatico: sviluppa note secondarie come vaniglia, burro, cuoio e spezie.

·       Stabilità microbiologica: previene fermentazioni indesiderate una volta imbottigliato.

Quando e come avviene la fermentazione malolattica

La fermentazione malolattica viene generalmente attivata dopo la fermentazione alcolica, durante la fase di affinamento in botti o acciaio, a temperatura controllata e con attenzione al livello di solforosa. È un processo delicato che l’Enologo può decidere di incoraggiare oppure evitare, a seconda del tipo di vino che si desidera ottenere.

Fermentazione malolattica: quando evitarla?

Nei vini bianchi freschi e nei rosati giovani, la fermentazione malolattica è spesso evitata per preservare la vivacità, l’acidità naturale e gli aromi fruttati. Inoltre, in vini con zuccheri residui, può portare a difetti come lo spunto lattico

Buone degustazioni a tutti!

D.B.

domenica 27 luglio 2025

Pinot Grigio Garda D.O.C. "Amphora" 2020 - Corte Quaiara "

Buonasera e buon weekend agli amici di VinoDegustando!

Per il vino di di questa settimana ho scelto una bottiglia che conosco bene, già protagonista di due precedenti miei articoli su questo blog: l’annata 2020, la stessa di oggi, recensita anche nel post del 28 luglio 2024, e la versione 2018 presentata il 27 febbraio 2020. 

Si tratta del Pinot Grigio Garda D.O.C. "Amphora" 2020, prodotto da Corte Quaiara, una cantina artigianale d’eccellenza situata sulle colline moreniche di San Giorgio in Salici, in Veneto.

Fondata nel 2013 da Giovanni Montresor, Corte Quaiara interpreta la viticoltura con spirito indipendente, unendo tradizione e innovazione attraverso pratiche sostenibili e un profondo rispetto per il territorio. Nei suoi vigneti, coltivati con cura maniacale, convivono varietà autoctone e internazionali, dando vita a vini naturali, autentici e decisamente fuori dagli schemi.

In particolare, l’uso delle anfore di terracotta per l’affinamento è una scelta distintiva che valorizza la purezza del frutto e la mineralità del suolo morenico, rendendo ogni bottiglia una sincera espressione della viticoltura veronese contemporanea.

Il Pinot Grigio "Amphora" è un vino bianco naturale ed elegante, prodotto da uve di questa varietà in purezza, coltivate su un ettaro e mezzo di terreno in lieve declivio, situato sulle colline moreniche di San Giorgio in Salici, nel comune di Sona, tra i paesaggi vitivinicoli più suggestivi della provincia di Verona. Questo suolo calcareo di origine wurmiana, modellato dalla glaciazione nell’arco di milioni di anni, è ricco di ciottoli e piccoli sassi, elementi che donano al vino una spiccata mineralità e una straordinaria sapidità, completate da note persistenti di frutta matura.

Le vigne, piantate oltre vent’anni fa e condotte con il sistema di allevamento Guyot semplice, si trovano a un’altitudine compresa tra i 150 e i 250 metri sul livello del mare, con una favorevole esposizione Sud-Ovest che assicura un’ottima maturazione delle uve. Con una densità d’impianto di circa 6000 ceppi per ettaro, ogni grappolo cresce in equilibrio, contribuendo alla qualità artigianale di questo vino.

La vendemmia manuale, svolta a fine agosto, precede una pigiatura soffice dell’uva diraspata, seguita da una fermentazione spontanea che dura dai 15 ai 20 giorni, mantenuta a temperatura controllata di 16°C, con una delicata macerazione sulle bucce. L’affinamento avviene per quasi un anno in anfore di terracotta, un metodo tradizionale che preserva l’integrità del frutto, seguito da ulteriori otto mesi in bottiglia.

Il risultato è un Pinot Grigio in anfora di grande personalità, che interpreta con autenticità il territorio veneto. Grazie alla vinificazione naturale e alla lenta maturazione, questo vino si distingue per il suo equilibrio tra intensità e freschezza, rivelandosi una scelta ideale per chi cerca un vino artigianale italiano, espressione pura della viticoltura sostenibile.

Ora osserviamolo e ascoltiamolo!

 Alla vista si presenta di un fantastico rosa antico aranciato molto luminoso e brillante;

all'olfatto è "intrigante", elegantissimo, complesso, con profumi che spaziano dalla buccia d'arancia e zenzero canditi, alla camomilla, miele d'acacia, note gessose, per finire con tantissima balsamicità e mineralità.

In bocca è freschissimo, sapido, glicerico, a cui fa seguito un'esplosione di gusti, coerenti con le note sentite al naso, con una predominanza agrumata balsamica, che si allunga quasi all'infinito in un finale freschissimo e di grande piacevolezza.

Chapeau Giovanni, non ti smentisci mai!

Gran vino, da bere come aperitivo o abbinato a piatti di pesce "non banali", oppure, come piace a me, in meditazione prima di mettersi a tavola.

Buone degustazioni a tutti!

D.B.

venerdì 25 luglio 2025

Per la Rubrica "Approfondimenti Tecnici" di VinoDegustando: rittochino, girapoggio e cavalcapoggio

Buonasera a tutti gli appassionati di vino!

Proseguiamo oggi col terzo e ultimo appuntamento di questa settimana della rubrica "approfondimenti tecnici" di VinoDegustando: Cosa sono ritocchino, girapoggio e cavalcapoggio?

Come orientare i filari nei vigneti: rittochino, girapoggio e cavalcapoggio

Immagina una collina coltivata a vigneto, dove i filari della vite si possono disporre secondo diversi metodi, ognuno con effetti specifici sul suolo, sul drenaggio dell’acqua e sul lavoro delle macchine agricole nei vigneti. I tre principali sistemi di orientamento dei filari in viticoltura sono: rittochino, girapoggio e cavalcapoggio.

Rittochino viticoltura: pratico ma erosivo

Nel metodo rittochino in viticoltura, i filari scendono verticalmente lungo la collina, dalla cima alla base. Questo tipo di orientamento del vigneto rende agevole il movimento delle macchine agricole. Tuttavia, quando piove, l’acqua scorre rapidamente lungo la pendenza e può causare erosione del terreno nei vigneti, portando via lo strato superficiale fertile.

Girapoggio vigneti: sostenibilità e protezione del suolo

Il metodo girapoggio nei vigneti orienta i filari lungo le curve di livello, abbracciando la collina orizzontalmente. Questo sistema rallenta il deflusso dell’acqua piovana, prevenendo l’erosione in vigneto e preservando la struttura del suolo. È una scelta che favorisce l’agricoltura sostenibile in viticoltura, anche se può essere meno agevole da gestire con i mezzi meccanici.

Cavalcapoggio su terreni irregolari: armonia e funzionalità

Il metodo cavalcapoggio segue l’andamento naturale del terreno, adattandosi ai dossi e alle vallecole. È spesso usato nei vigneti storici o su terreni irregolari e offre un buon equilibrio tra rispetto del suolo e praticità operativa. Questo tipo di orientamento dei filari valorizza anche l’armonia del paesaggio vitivinicolo, rendendo il vigneto più suggestivo e integrato con la natura.

Scegliere il giusto orientamento: tra efficienza e rispetto della terra

  •      Rittochino: praticità con rischio di erosione
  •      Girapoggio: sostenibilità e tutela del suolo
  •      Cavalcapoggio: equilibrio estetico e funzionale

Ogni sistema riflette una diversa filosofia di coltivazione della vite, cercando il giusto compromesso tra efficienza agricola e rispetto ambientale.

Buone degustazioni a tutti!

D.B.


giovedì 24 luglio 2025

Per la Rubrica "Approfondimenti Tecnici" di VinoDegustando: Cos'è la potatura Guyot?


Fedeli lettori di VinoDegustando buona serata!

Proseguiamo oggi col secondo appuntamento trisettimanale della rubrica "approfondimenti tecnici" di VinoDegustando: Cos’è la potatura Guyot?

Potatura Guyot: Tecnica, Vantaggi e Diffusione nei Vigneti

In una fredda mattina d’inverno, i vigneti si vestono di silenzio. Le viti, spoglie e pazienti, attendono il tocco esperto del viticoltore. È in questo periodo che prende vita la potatura Guyot, una delle tecniche più efficaci e diffuse nella viticoltura moderna, ideale per controllare la crescita della pianta e migliorare la qualità dell’uva.

Questa tecnica prevede l’utilizzo di un tralcio dell’anno precedente, detto capo a frutto, che viene piegato e legato lungo il filo portante. Da qui germoglieranno i grappoli d’uva. Accanto al capo a frutto si lascia un piccolo ramo con una o due gemme, chiamato sperone, che fungerà da base per la potatura dell’anno successivo.

I benefici della potatura Guyot

Ecco i principali vantaggi che rendono la potatura Guyot una scelta vincente:

  •      Controllo ottimale della produzione
  •      Qualità superiore dei grappoli
  •      Aumento della longevità della pianta
  •      Adatta a vitigni vigorosi e terreni con resa contenuta

La potatura Guyot è un gesto di cura, precisione e conoscenza profonda della vite.

Diffusione della tecnica Guyot

Presente in numerose aree vitivinicole, la potatura Guyot è la più diffusa in Italia. La sua versatilità la rende molto diffusa anche in Francia, Spagna e Germania, dove viene impiegata con successo per ottimizzare la produzione viticola e garantire una struttura ordinata della pianta.

Buone degustazioni a tutti!

D.B.

mercoledì 23 luglio 2025

Per la Rubrica "Approfondimenti Tecnici" di VinoDegustando: Cosa sono i tannini?

 Gentilissimi amici di VinoDegustando buon pomeriggio!

Inauguriamo oggi la rubrica "approfondimenti tecnici"; appuntamento due/tre volte a settimana, nei giorni di mercoledì, giovedì e venerdì.

Bene, iniziamo!

Cosa sono i tannini e perché li sentiamo nel vino rosso e nel tè nero?

Immagina di
gustare un bicchiere di vino rosso corposo o di sorseggiare un tè nero intenso: quella leggera secchezza in bocca, quasi un pizzicore sul palato, è causata dai tannini nel vino rosso e nel tè.

Ma cosa sono i tannini? Sono composti vegetali naturali che le piante producono per proteggersi. Si trovano nella corteccia degli alberi, nelle foglie, nei frutti e, in particolare, nella buccia, nei semi e nel picciolo dell’uva. Durante la vinificazione, queste parti trasferiscono i tannini nel liquido, dando al vino un gusto astringente e una struttura profonda.

Nel caso del tè nero e tannini, se le foglie restano in infusione troppo a lungo, il gusto diventa amaro e pungente, proprio per via della loro azione. Lo stesso avviene con alcuni frutti acerbi come il cachi non maturo, che “lega la bocca” al primo morso — un chiaro esempio degli effetti dei tannini.

Ma i tannini non influenzano solo il gusto. Offrono anche diversi benefici per la salute: sono antiossidanti, aiutano la digestione e, nel vino, sono importanti per l'invecchiamento. I benefici dei tannini includono la capacità di rendere il vino più longevo e complesso nel tempo.

  • I tannini: gustosi e salutari
  • Presenti nel vino rosso per gusto e struttura
  • Responsabili del sapore deciso nel tè nero
  • Utili per la digestione e per combattere lo stress ossidativo
  • Fondamentali per l'invecchiamento del vino rosso

In sintesi, i tannini nel vino e nel tè sono come un amico dal carattere deciso: magari sorprendono al primo incontro, ma lasciano un segno duraturo.

Tra le varietà di uva da vino molto conosciute in Italia, il Nebbiolo si distingue per l’altissima concentrazione di tannini. È considerato uno dei vitigni più austeri e potenti al mondo e rappresenta l’anima di due grandi vini italiani: Barolo e Barbaresco.

L’Italia contribuisce con altri nomi eccellenti, come l’Aglianico, il re del sud, che domina la scena del Taurasi con tannini intensi e profondi. In Umbria invece, il Sagrantino rivendica il titolo di vitigno con una delle concentrazioni di tannini più elevate d’Europa, regalando vini potenti e longevi, tra cui il famoso Sagrantino di Montefalco.

In ambito internazionale esistono poi altri vitigni che esprimono carattere e intensità, tra cui il Tannat, come suggerisce il nome stesso, è una varietà francese estremamente tannica, ormai diventata simbolo enologico dell’Uruguay, il Cabernet Sauvignon, probabilmente il vitigno più conosciuto al mondo, è celebre per la sua struttura decisa e la predisposizione all’invecchiamento. Non va dimenticato poi il Syrah, detto anche Shiraz, che nei climi caldi sa esprimere forza e speziatura con una tannicità ben presente.

E come sempre "buone degustazioni a tutti!"

D.B.


sabato 19 luglio 2025

Spumante Metodo Classico Dosaggio Zero "Frivolezza" S.A. - Pietraforata

Buon we a tutti gli appassionati di vino!

Per la nostra "Rubrica Vino della Settimana", ho scelto un altro vino assaggiato durante una recente visita presso l’Azienda Pietraforata di Ghemme, in provincia di Novara: lo Spumante Metodo Classico Dosaggio Zero “Frivolezza” S.A.

Questo vino nasce da un vitigno autoctono coltivato su suoli argillo-limosi di origine alluvionale, arricchiti da un peculiare scheletro grossolano, retaggio del supervulcano della Valsesia. Il sistema di allevamento Guyot garantisce un equilibrio ideale tra quantità e qualità, con una resa media di circa 70 quintali per ettaro.

La forma di allevamento Guyot garantisce un equilibrio perfetto tra resa e qualità, con una produzione media di circa 70 quintali per ettaro. La vendemmia, rigorosamente manuale e svolta in cassette agli inizi di settembre, consente la selezione attenta dei grappoli migliori, preservando l’integrità dell’uva.

La vinificazione è condotta con grande cura: dopo la diraspatura, le uve vengono subito sottoposte a una pigiatura soffice in ambiente riducente, seguita da una criomacerazione con contatto sulle bucce per circa due ore. La fermentazione alcolica avviene lentamente a basse temperature, una scelta tecnica che preserva ed esalta le fragranze fruttate e la freschezza del vino.

A completare il processo, un affinamento lungo e meticoloso di 50 mesi sui lieviti, che regala struttura, complessità e una straordinaria profondità aromatica. Il risultato è un vino che racconta la sua terra, il suo tempo, e la passione di chi lo ha creato.

Alla vista, si presenta con un incantevole colore rosa salmone dalle sfumature aranciate, brillante e luminoso, bollicine finissime ma non abbondanti.

Al naso è di grande eleganza, sprigiona note agrumate di arancia candita e cedro, accompagnate da succo di pompelmo rosa; si percepiscono sfumature speziate di zenzero, sentori floreali di calendula e camomilla, con accenti balsamici e minerali che ne arricchiscono ulteriormente il bouquet.

Al palato risulta freschissimo e sapido, con le bollicine che accarezzano delicatamente le papille gustative. Il gusto ripropone le fragranze percepite al naso, regalando una buona persistenza e un finale vivace, dominato da agrumi e piacevoli note balsamiche.

Un prodotto piacevolissimo e di grande godibilità, il cui nome "Frivolezza" ne incarna l'essenza; ideale da degustare in estate come aperitivo, oppure in abbinamento con antipasti e primi piatti a base di pesce.


Buone degustazioni a tutti!

D.B.



domenica 13 luglio 2025

Nizza D.O.C.G. "Augusta" 2019 - Borgo Isolabella della Croce

Buona domenica a tutti!

La degustazione di oggi è dedicata a una delle zone più vocate del Piemonte per la produzione di Barbera: il Monferrato, e in particolare, ho scelto la zona di Nizza, celebre per la sua espressione più autentica e raffinata di questa varietà.

Il vino protagonista è il Nizza D.O.C.G. "Augusta" 2019 dell’azienda Borgo Isolabella della Croce. Un’etichetta che incarna perfettamente la potenza e la finezza di questa denominazione.

 Prodotto esclusivamente con uve Barbera aziendali, il "Nizza" nasce all'interno di una zona ristretta e altamente vocata, che comprende 18 comuni attorno a Nizza Monferrato. La produzione è regolata da norme rigorose, che disciplinano attentamente sia la gestione del vigneto che l'elaborazione del vino.

I vigneti aziendali si trovano nei comuni di Nizza Monferrato e Calamandrana, esposti a sud e sud-est, in condizioni ottimali per garantire la massima espressione del vitigno.

La raccolta dell’uva avviene manualmente al momento della completa maturazione. I grappoli vengono diraspati e pigiati con delicatezza. La fermentazione del mosto si svolge in vinificatori orizzontali a temperatura controllata tra i 26° e i 28°C. La macerazione dura circa 12 giorni, dopodiché il vino viene separato dalle vinacce e trasferito in contenitori di acciaio inox per lo svolgimento della fermentazione malolattica.

Segue un affinamento in piccole botti di rovere per un periodo compreso tra 18 e 24 mesi. La messa in commercio può avvenire non prima di 18 mesi, calcolati a partire dal gennaio successivo alla vendemmia.

Ora scopriamolo!

Alla vista si presenta di un rosso rubino molto intenso, profondo, quasi impenetrabile, con unghia appena accennata al granato.

All'olfatto risulta avvolgente e di grande eleganza, con un profilo aromatico ampio e complesso. Si distinguono note fruttate di marasca, mora e mirtillo, sentori minerali di grafite, sfumature balsamiche di eucalipto, bacche di ginepro e sambuco. Emergono poi nuance floreali di poutpourri di fiori secchi, accenni terrosi di humus e, in chiusura, una speziatura fine di pepe nero e noce moscata.

Al gusto è vibrante, fresco e sapido. La corrispondenza con il naso è straordinaria. I tannini, nobili e in evoluzione, conferiscono struttura e raffinatezza. La persistenza è notevole, con un finale lungo e armonico, dove tornano le sensazioni speziate e balsamiche.

Un vino di tale spessore si accompagna splendidamente a carni rosse alla brace, fiorentina al sangue, selvaggina e formaggi molto stagionati. Ma la sua intensità invita anche alla meditazione: da assaporare in silenzio, prima ancora che il pasto abbia inizio.

Chapeau ad Andrea, che non smette mai di stupire.

Buone degustazioni a tutti!

D.B.

domenica 6 luglio 2025

Colli Tortonesi Timorasso D.O.C. "Derthona SantAlberto" 2017 - Azienda Renato Boveri

Buona domenica pomeriggio a tutti gli enonauti!

Come già raccontato in altra occasione, sabato 29 Marzo ho avuto il piacere di partecipare al Banco d’Assaggio Derthona 2.0, straordinario evento svoltosi a Tortona dal 29 al 31 marzo 2025 nella suggestiva cornice del Museo Orsi. Oltre cinquanta produttori hanno presentato in anteprima l’annata 2023, insieme ad una selezione delle annate precedenti e alcune Riserve, il tutto arricchito da due masterclass dedicate.

L’articolo di oggi è interamente dedicato a uno dei vini degustati in quell’occasione: il Colli Tortonesi Timorasso D.O.C. “Derthona SantAlberto” 2017, prodotto con maestria dal bravo vignaiolo Danilo Boveri, figlio di Renato.

Dalla zona storica di Molnleale nasce il “Cru SantAlberto”, un Timorasso in purezza che incarna l’eleganza e la complessità di questo prezioso vitigno autoctono. Le uve provengono da un singolo vigneto adagiato sulle dolci colline esposte a sud-ovest, a 300 metri di altitudine, dove la luce del sole accompagna la crescita e la maturazione delle viti con gentile regolarità.

Le radici delle piante, che hanno un’età media di circa 25 anni, penetrano in profondità in un terreno argillo-calcareo, ricco di memoria e sostanza. Questo suolo conferisce al vino una spiccata mineralità e una struttura raffinata, elementi distintivi della denominazione.

La conduzione agronomica adotta il Guyot speronato singolo, un sistema tradizionale che favorisce la distribuzione equilibrata del frutto e il rispetto dei ritmi naturali, garantendo grappoli sani e aromaticamente intensi.

La vendemmia, attesa come un rito, arriva a settembre, quando le uve sono pronte a esprimere tutta la loro miglior qualità. Senza l’uso della pressa, il mosto fermenta sulle proprie bucce diraspate: è qui che i flavonoidi, gli antociani, il resveratrolo e i lieviti indigeni si liberano, donando al vino profondità e autenticità.

Questa è una vinificazione che rifiuta la fretta e l’artificio: niente presse, crio-macerazioni, micro-ossigenazioni, solo il tempo e la cura artigianale. Il vino riposa in un vaso vinario della fine dell’Ottocento in pietra e cemento per almeno 18-24 mesi, poi si concede un ultimo respiro in bottiglia, per altri 8 mesi e oltre, affinandosi ulteriormente prima di raccontarsi nei calici.

Alla vista si presenta con un intenso giallo paglierino dorato, carico, limpido e brillante, che cattura immediatamente l’occhio.

Al naso rivela un’eleganza avvolgente e una complessità raffinata. Spiccano le note minerali, seguite da sentori di agrumi canditi, sfumature floreali di calendula e camomilla, accenni speziati di pepe bianco e una spiccata balsamicità che ne arricchisce il profilo olfattivo.

Al palato è sapido e fresco, con una piacevole rotondità glicerica. L’equilibrio è impeccabile, con un gusto fedele all’olfatto, persistente e caratterizzato da un finale coinvolgente, giocato su nuance agrumate e una profonda mineralità.

Gran bella espressione di Derthona! Complimenti Danilo!

Buone degustazioni a tutti!

D.B.