giovedì 20 novembre 2025

Rubrica "Approfondimenti Tecnici" di VinoDegustando: Tonalità e sfumature dei vini bianchi

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Oggi esploriamo le mille sfumature del colore nei vini bianchi: un viaggio visivo tra paglia, oro e ambra.

Quando osserviamo un vino bianco nel calice, il primo impatto visivo è il colore. Non si tratta mai di un semplice “bianco”, bensì di una gamma di sfumature che appartengono alla famiglia del giallo. Le principali tonalità sono:

  • Color “carta”: tipico di vini molto giovani e freschi, soprattutto in vini molto leggeri e poco longevi.
  • Giallo verdolino: indice di giovinezza e acidità, spesso presente in vini ottenuti da vitigni aromatici.
  • Giallo paglierino chiaro: tipico dei vini giovani e freschi.
  • Giallo dorato più o meno carico: caratteristico di vini affinati in legno, o con qualche anno d’invecchiamento, o che abbiano fatto macerazione più o meno prolungata sulle bucce.
  • Giallo ambrato: segnale di evoluzione, ossidazione o caratteristico dei vini volutamente maderizzati.

Da cosa dipende il colore

Il colore dei vini bianchi è influenzato da diversi fattori:

  • Vitigno e pigmentazione delle bucce: ogni varietà porta con sé una diversa concentrazione di sostanze fenoliche e polifenoli.
  • Processo di vinificazione: la durata della macerazione, la temperatura di fermentazione e l’eventuale affinamento in legno incidono sulla tonalità.
  • Età del vino: i vini giovani tendono al verdolino, mentre con il tempo virano verso il dorato più o meno intenso e l’ambrato.
  • Contatto con ossigeno: l’ossidazione porta a tonalità più scure, spesso percepite come difetto se non intenzionali.

Il colore non dice se un vino è “buono” o meno, ma è un indicatore prezioso:

  • Rivela la tipologia di vinificazione (acciaio vs legno).
  • Suggerisce la freschezza o l’evoluzione del vino.
  • Aiuta a prevedere profumi e struttura: un giallo verdolino anticipa freschezza e acidità, un dorato promette complessità e morbidezza.

quindi possiamo concludere affermando che il colore dei vini bianchi è un linguaggio silenzioso che racconta la loro storia. Dal verdolino brillante di un giovane Sauvignon al dorato intenso di un grande Chardonnay di qualche anno, ogni sfumatura è un indizio che guida il degustatore. Osservare il calice è il primo passo per comprendere il vino, ancora prima di assaggiarlo.

Buone degustazioni a tutti!

D.B.

 

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